Quella appena vissuta è stata una settimana che porterò nel cuore per sempre. Il Rally Italia Sardegna non è solo un evento sportivo: è un viaggio, un’emozione continua, un connubio perfetto tra motori, paesaggi mozzafiato e passione pura.
Quest’anno ho avuto l’onore di vivere il WRC da vicino, macchina fotografica alla mano, pronto a catturare ogni scatto, ogni dettaglio, ogni scintilla di adrenalina. Non è facile spiegare cosa significhi davvero vedere sfrecciare le auto tra la polvere e il granito sardo, tra gli ulivi e le curve sterrate. Ogni tappa è stata un colpo al cuore. Ogni foto, un frammento di storia.
La Sardegna, in questa settimana, si trasforma. Diventa un palcoscenico unico dove natura e sport si fondono in uno spettacolo irripetibile. È come se l’isola stessa vivesse il rally: il vento sembra applaudire, il sole accende i colori, la terra vibra al passaggio dei bolidi. E in mezzo a tutto questo, noi: spettatori, appassionati, fotografi, uniti dalla stessa passione.
Ho vissuto momenti che non dimenticherò: l’attesa trepidante prima del passaggio delle auto, gli applausi del pubblico, le chiacchiere tra appassionati di ogni parte del mondo. Ogni sorriso, ogni sguardo, ogni chilometro percorso mi ha fatto sentire parte di qualcosa di grande.
Spero con tutto il cuore che il Mondiale Rally resti in Sardegna anche l’anno prossimo. Non solo perché abbiamo le prove speciali più belle, ma perché abbiamo l’isola più bella del mondo. Un luogo che sa accogliere, emozionare, stupire. Un’isola che, per chi ama il rally, diventa casa.
Grazie Sardegna. Grazie Rally. Ci vediamo, spero, nel 2026.